Rosicano e gridano vendetta

Rosicano e gridano vendetta.
Tonino D’Orazio. 8 luglio 2015.
Tutti i giornali italiani ed europei, in genere, rosicano sul risultato del referendum greco. Compresi quelli sedicenti di sinistra. Compreso l’Unità appena resuscitato per la quarta volta. Tutti i giornalisti televisivi, tutti filogovernativi a sostegno dei loro governi, ormai in gran parte di destra, rosicano e insultano. Oltre che penoso è quasi divertente vederli arrampicarsi sugli specchi, ospiti compresi.
Hanno il diktat di fare “terrorismo” psicologico. Ma il dato greco sul concetto di democrazia ha messo in luce quanto poco democratica sia diventata l’Europa attuale, se lo sia mai stata. E quanto poco conti l’Italia, con un altro nano al governo, ma questo più servile, si capisce. Hai voglia a nascondere, non lo invitano nemmeno. Hanno bisogno di ragionieri, non di burloni.
Rosicano gli invitati, ben selezionati certamente, dei talk show televisivi. Si nascondono tutti dietro cifre e cifre di cui nessuno controlla la veridicità. Ma non importa. Il problema non è andare a fondo della tematica, ma far paura agli investitori, stranieri (a parte ricomperare tutto e rivendere o chiudere le nostre imprese maggiori non se ne vedono da anni), ai risparmiatori, ai piccoli, s’intende, quelli di altro stampo illegale sono già fuori confini da anni e vengono sempre più esortati a scappare.
Che terrore non potere più ritirate 50 euro al giorno al bancomat! Che per trenta giorni fa la cifra, che per quanto iperbolica, di 1.500 euro, pochi italiani se lo possono permettere, anche oggi. Ma tant’è, la paura viene inoculata anche a chi non lo può fare e, non sia mai, non lo potrà fare “nel futuro”, anche se sanno che non ci sarà. Il ridicolo supera la realtà, o viceversa.
Le borse crollano? “Bruciano” più miliardi, in un solo giorno, di quanti basterebbero a risollevare quasi tutte le finanze pubbliche dei paesi europei messi in difficoltà. Altro che debito greco. Per molti di quella cultura è meglio la roulette borsistica. Voi che avete qualche soldo in Borsa meglio riprenderli subito che farveli “bruciare”, o magari inghiottire dal vorace popolo greco. Non lasciateli sui conti correnti perché tra poco verranno taglieggiati. (Ulteriore richiesta all’Italia dal FMI, una specie di grande madre).
Bisogna punire la Grecia. Il sistema si mette in moto. Vivono di turismo? Affondiamolo. Che le agenzie disdicano il maggior numero di eventuali turisti. Malgrado Tsipras abbia formalmente dichiarato che le banche onoreranno le richieste delle carte di credito straniere, non importa, bisogna far vincere la paura. E’ un paese in mano ai comunisti, dio sa cosa può succedere. Sembra stia funzionando, a patto di credere alle balle che ci raccontano all’unison. Mai la Grecia è stata a “portata di mano” e accogliente come in questo periodo, dove anche un euro in entrata diventa oro per tutti. L’importante è prendere per scemo Tsipras e il suo governo.
Rosicano quei tecnocrati fascisti della Troika, aumentando all’infinito il numero delle riunioni, senza Renzi per favore affinché rosichi doppiamente, ormai scoperti a trafficare ai danni dei popoli europei. Ma soprattutto rosicano perché, siccome comandano gli statunitensi, dovranno ubbidire e cercare una soluzione. Soluzione che non c’è, perché non è economica ma politica. E qui ci rimettono nuovamente la faccia, doppiamente, perché tutti vedranno che non contano niente. Pensate se gli Usa possano permettere che la Grecia venga messa fuori dall’Europa e quindi dalla Nato. Cuccia Merkel e troika!
Eppure tutti i mass media sono in linea con Merkel e il segugio Hollande per convincere gli altri popoli europei a cacciare la Grecia, ribelle al triumvirato oligarchico. La tecnica dello strozzinaggio è proprio quella di “perdere” tempo per condurre la vittima a miglior sentimenti, e fargli una “proposta che non potrà rifiutare”. Salvo a far rimanere a bocca asciutta, a fine mese, anche la BCE di Draghi. Il problema bancario si ferma proprio lì, dove “non ci sono più soldi”.
In realtà devono cacciare la Grecia. Questo paese ha dimostrato, per quanto difficile, una fiera alternativa alle imposizioni teutoniche dell’austerità. E se diventa contagioso? Non stupisce la virulenza di Rajoy in Spagna, potrebbe toccare subito a loro. O al Portogallo l’anno prossimo, alla poco orgogliosa Irlanda, se non alla GB successivamente. Al presidente della repubblica polacca che “nicchia” e non vorrebbe entrare nell’euro. Si sono accorti che diventa impossibile uscire poi dalla trappola. E la teutonica e candida Austria, caduta economicamente al livello dei Pigs, che sta verificando come uscire dall’euro? Una proposta di ddl popolare ha appena raccolto in un baleno le 250.000 firme necessarie. Paese serio. Se il parlamento lo rifiuta si va direttamente a referendum. Ormai si tratta di impedire che i soldi dei contribuenti vengano risucchiati all’infinito dalla speculazione delle banche, dall’austerity imposta da Bruxelles a carico di famiglie e pensionati, dalle scelte neoliberiste che avvantaggiano le grandi multinazionali. Fra queste motivazioni c’è anche l’unica possibilità dei piccoli di sfuggire al prossimo, coloniale e imminente accordo di libero scambio (TTIP) tra UE e Usa. E non è poco quando si è vaso di coccio. A noi ci acceca ancora la presunzione ma non il servilismo.
Con la solita incoerenza. Se lo dice Salvini, va bene, alla fine è un normale fascista. Se lo dicono i 5Stelle allora sono matti e non sanno leggere le cifre, poverini. Se lo dice D’Alema, che gli aiuti greci sono serviti solo a rimborsare le banche tedesche e francesi, ci si stupisce un po’, chissà dov’era nel frattempo. Allora parlano gli esperti “bocconiani” di economia. Dio ne scampi di loro e di quella fucina neoliberista al servizio di Goldman Sach. Dopo i risultati, ancora parlano e ci educano sulle loro iperbole, dopo aver subìto illuminanti stages nelle democratiche, seppur imperiali, istituzioni Usa.
Possono rosicare e insultare tutti quanto vogliono. Tsipras (e il grande Signor Varoufakis-Cincinnato) ha disegnato un altro cammino, e alcuni popoli, i più coraggiosi o i più disperati, vi si stanno incanalando. Ha dimostrato che la chiave, di qualunque Resistenza ai poteri oligarchici, rimane pur sempre la democrazia.
Mi sa che tutti rosicano e insultano proprio per questo, statunitensi compresi. Stiamo a guardare, o a sostenere, ma non possiamo ignorare il primeggiante valore della democrazia, cardine della Costituzione, sul furto organizzato delle banche.

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